siamo ciò che facciamo, la cultura è la sedimentazione del fare collettivo
così scriveva il Maestro Kanō Jigorō a proposito del judo
“è la via dell’uso più efficace del corpo e del cuore. La pratica di esso tempra e coltiva il fisico e lo spirito attraverso l’esercizio all’attacco e alla difesa L’essenza di questa via è da fare propria attraverso l’esperienza fisica [il “fare” ndr] Così, lo scopo della pratica del judo è il completamento di se stessi e la salvaguardia e la crescita del mondo”
questa citazione spiega molto bene la differenza tra il “fare solidale” e il “fare individualistico”: il primo ci migliora e ci mette in contatto con il mondo, il secondo polarizza le nostre energie e ci mette in “contrasto” con il mondo