una trasformazione di questo tipo non può partire dall’alto ma deve essere il risultato della diffusione di tante pratiche individuali e locali
una sfida ambiziosa che potremo vincere solo acquisendo consapevolezza nella validità degli obiettivi, adottando il principio della cura delle relazioni e mettendo in campo la disponibilità di ciascuno di noi a intraprendere la strada di un autentico rinnovamento socio-culturale che, attraverso la rivalutazione dell’assioma agricoltura = contadino e i metodi di coltivazione a esso legato, porti verso la riorganizzazione del sistema produttivo in funzione della filiera corta.
questo è il contesto di riferimento per l’attività della nostra associazione e del nostro Gruppo di Acquisto Solidale, con l’ulteriore precisazione che siamo dei “cittadini-consumatori auto-organizzati” e questo ci differenzia da pratiche simili (mercati contadini, Community Supported Agricolture, L’Alveare che dice Si e altre piattaforme di acquisto on line) pure interessanti ma che restano etero-dirette dove il ruolo delle persone resta passivo
la costruzione di una rete di fornitori e di consumatori disponibili a coltivare una qualche forma di collaborazione di lungo periodo, richiede tempo e pazienza: è questo il capitale sociale della nostra associazione
ovviamente la collaborazione non deve limitarsi ai fornitori ma deve estendersi ad altre realtà affini che operano sul territorio (GAS, associazioni, ecc.).
localizzazione prodotti/fornitori
la mappa dei prodotti/fornitori rispecchia la collocazione territoriale delle aziende a cui ci rivolgiamo per i nostri acquisti collettivi e ci offre lo spunto per un’ultima precisazione
il concetto di “filiera corta” non coincide con lo slogan del “Km 0”: certamente il contenimento della distanza è un elemento importante per la scelta del fornitore ma sicuramente non l’unico!
La qualità del progetto imprenditoriale e la qualità del rapporto di collaborazione sono le vere linee guida nella pratica della filiera corta